Tuesday, April 28, 2009

passa il tempo, passa...

E ancora una volta passa il tempo, passa..passa la luce e la tiepida aria della sera.
Passa il tuo candore, la fame e la tua sete..passa, il tempo.
Riconosco solo il tepore, l'avvicinarsi dell'estate, e di nuovo, tra le foglie, ad assaporare, parole, pensieri assenti, presenti.
E Roma da quassù è così infinita, è così palllida, nella pioggia che cade lieve, poco a poco, nell'umido che sale, che entra su nel naso ed inebria costante i tuoi pensieri. Roma ci guarda, ed è stanca.
Stanca tu, dolce anima, stanca di piegarti al segno evidente dell'interezza della forma, e le parole si accalcano, inutili, fredde, scelte, e nella migliore delle ipotesi, lungimiranti.
Lucido le parole come fossero il simbolo della mia più piena normalità, come fossero il mio schermo.
Ma la pioggia cade e cadrà, e la primavera non comincia.
Ma riconosco il mio tepore, quello stupido avvicinarsi dell'estate.

No comments: